Pesce gatto
Nomi volgare e dialettale: Pesce gatto
Famiglia: Ictaluridi
Il Pesce gatto è stato introdotto in Italia alla fine del secolo scorso dagli Stati Uniti d’America. Corpo tozzo e privo di scaglie, ricoperto di muco.
Colorazione del dorso quasi nera, ventre giallastro; capo grande, depresso; bocca larga munita di otto barbigli. Il primo raggio della pinna dorsale e delle pinne pettorali è spinoso e può causare dolorose ferite. Non supera i 30 cm di lunghezza. Il Pesce gatto è maturo già al secondo anno di età, e la femmina depone, a temperature superiori ai 18-20 gradi, da 500 a 3.500 uova in una depressione del fondo. La specie attua le cosiddette “cure parentali”: maschio e femmina cioè difendono e proteggono le uova e le larve per un certo periodo dopo la schiusa. Mentre gli adulti sono solitari, i piccoli hanno abitudini gregarie.
Vive in acque stagnanti con scarso ossigeno e molta vegetazione. E’ onnivoro ma di preferenza predatore, di macroinvertebrati e di uova e larve di anfibi e pesci. Per questo motivo è una specie ritenuta nociva ed esiste una legge per la quale è vietato detenere, trasportare e commercializzare gli esemplari vivi.
E’ perfettamente acclimatato in molte acque dell’Italia settentrionale e si va diffondendo nell’Italia centrale e meridionale. E’ distribuita irregolarmente nella pianura, in acque a corso lento, lanche, laghetti di cava.