Nebbiolo d’Alba

Nebbiolo d'Alba
Cantina

Nome

Nebbiolo d’Alba

Marchio di qualità

Denominazione d’Origine Controllata.

D.O.C. – D.P.R. 27 maggio 1970

Descrizione

Vino dal colore rosso granato impeccabile, il profumo unisce i sentori fruttati del lampone, del geranio e della fragolina selvatica a quelli eterei e speziati della cannella e della vaniglia, il sapore, totalmente secco, si avvale di una struttura notevole, dove alcool, acidità ed estratto cercano di creare sensazioni di armonia e di eleganza.

Il vitigno è il Nebbiolo al 100% e la gradazione minima è 12 gradi. L’invecchiamento minimo previsto è di un anno.

Area di produzione

Comprende per intero il territorio amministrativo dei comuni di: Canale, Castellinaldo, Corneliano d’Alba, Monticello d’Alba, Piobesi d’Alba, Priocca, S. Vittoria d’Alba, Vezza d’Alba, Sinio e Govone e parte di quello dei comuni di Alba, Bra, Baldissero d’Alba, Castagnito, Diano d’Alba, Grinzane Cavour, Guarene, La Morra , Magliano Alfieri, Monchiero, Monforte d’Alba, Montà, Montaldo Roero, Montelupo Albese, Monteu Roero, Novello, Pocapaglia, Roddi, Roddino, S. Stefano Roero, Sommariva Perno e Verduno.

Storia e tradizione

Era il 1970 quando il Decreto del Presidente della Repubblica Italiana del 27 maggio riconosceva il Nebbiolo d’Alba come vino a Denominazione di origine controllata.

Da allora sono passati quasi trent’anni ed oggi, alle soglie del Duemila, è il mercato che ribadisce la validità di quella decisione.

Il Nebbiolo è da tempo una delle varietà di vite che, nell’Albese, accomuna le sorti produttive delle colline alla destra ed alla sinistra del fiume Tanaro ed il Nebbiolo d’Alba è l’esempio tangibile di questa magica collaborazione.

La sua zona di origine, infatti, si estende su 25 paesi, alcuni dei quali situati alla destra ed altri alla sinistra di questo fiume, a conferma di una vocazione alla qualità che è presente su entrambi i versanti

Il Nebbiolo, ovvero il “vitigno delle nebbie” per il suo ciclo vegetativo così lungo da maturare i grappoli quando i dorsi collinari sono già contornati dai banchi nebbiosi dell’autunno, pone in questo vino tutti i suoi caratteri di blasone e di prestigio, anche se, soprattutto per la parte che sta alla sinistra del Tanaro, è stato l’ultimo ad abbandonare il tipo “abboccato” per diventare vino totalmente secco.

Addirittura, verso la fine dell’ 800, proprio questo vino ha saputo alimentare con successo quel filone di spumanti rossi, dolci o amabili, che costituivano uno dei consumi alla moda di quel tempo.

Oggi, il Nebbiolo d’Alba è di nuovo un vino alla moda, ma i suoi caratteri percorrono strade organolettiche ben diverse: è un vino rosso dai toni importanti, capace di resistere al tempo e di posizionarsi positivamente tra gli altri grandi figli del Nebbiolo.

Nel 1994 viene costituito l’attuale Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Roero, punto di riferimento per le aziende vitivinicole del territorio tra Langa e Roero, che hanno individuato in questa struttura lo strumento più idoneo per affrontare insieme ed in modo autorevole i problemi di sviluppo e di organizzazione della propria realtà e del settore nel suo complesso.

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