Descrizione
Il cece (Latyrus sativus) è una Leguminosa originaria dell’oriente che in passato veniva diffusamente coltivata nel territorio della valle Tanaro in quanto forniva, anche in terreni aridi, una produzione modesta caratterizzata però da grande valore nutritivo.La coltivazione del cece comincia a inizio marzo con la semina e si protrae fino a giugno, quando le piante, ormai completamente ingiallite, vengono estirpate e portate in azienda dove sono fatte essiccare al sole in caratteristici mazzetti. Terminata l’essiccazione il seme viene separato dal baccello mediante trebbiatura meccanica e può essere confezionato tal quale o destinato alla molitura per la produzione della farina di ceci. La macinazione più idonea è quella con macina in pietra che, non surriscaldando la farina, non ne altera la componente lipidica e vitaminica. Inoltre la macinazione a pietra determina la frantumazione del nucleo che favorisce la fuoriuscita del prezioso olio del germe che impregna la farina.
Caratteristiche nutrizionali
valori nutrizionali per 100 g | crudo | cotto | |
---|---|---|---|
calorie | kcal | 364 | 164 |
carboidrati | 9 | 61 | 27 |
% calorie da carboidrati | % | 65 | 65 |
proteine | g | 19 | 9 |
%calorie da proteine | % | 21 | 21 |
grassi | g | 6 | 2.5 |
% calorie da grassi | % | 14 | 14 |
fibre | g | 17.5 | 7.5 |
folati | mcg | 556 | 72 |
calcio | mg | 105 | 50 |
ferro | mg | 6.2 | 3 |
sodio | mg | 24 | 7 |
Area di produzione
Nucetto e comuni limitrofi situati in Val Tanaro
Storia e tradizione
La storia del cece è legata a doppio filo con la ormai storica manifestazione che si svolge a Nucetto in occasione della festa dell’Ascensione. La tradizione racconta che negli anni ‘50 per risollevare l’economia del piccolo paese un macellaio e un commerciante decisero di organizzare una sagra allo scopo di attrarre, nel periodo estivo, un maggior numero di turisti. Fu così che per essere originali pensarono che la “ceciata” potesse costituire una novità rispetto alle manifestazioni che i comuni limitrofi già organizzavano. Nonostante non fossero stati affissi manifesti la distribuzione gratuita dei ceci, evento insolito a quell’epoca, attirò una grandissima folla. Tutti in piedi a servirsi dalla pentola alla moda degli zingari tanto che la manifestazione fu ribattezzata la ceciata alla zingarella. Il successo sbalordì gli organizzatori che anno dopo anno fecero le cose sempre più in grande attirando un numero sempre crescente di visitatori. Così oggi in occasione della sagra si cucinano oltre un quintale e mezzo di ceci con innumerevoli cotechini che vengono serviti alla folla da giovani zingarelle vestite a punto per l’occasione.