Nome
Dolcetto di Dogliani Superiore o Dogliani
Marchio di qualità
Denominazione d’Origine Controllata e Garantita.
D.O.C.G. – D.M. 6 luglio 2005
Descrizione
Si tratta di una variante della tradizionale denominazione “Dolcetto di Dogliani” nata nel 2005 per valorizzare quelle tipologie di vino dolcetto caratterizzate da un’importante struttura e da una maggiore alcolicità, idonee pertanto ad un periodo di invecchiamento. Il sapore è asciutto, ammandorlato, armonico; la colorazione rosso rubino. Deriva dalla vinificazione in purezza del vitigno dolcetto e presenta una gradazione alcolica minima di 13 gradi. L’invecchiamento minimo previsto è di 16 mesi con decorrenza dal 1° novembre dell’anno di raccolta delle uve.
Area di produzione
L’area di produzione corrisponde a quella della denominazione “Dolcetto di Dogliani” e comprende il territorio di 9 comuni nelle Langhe, attorno a Dogliani, e precisamente Bastia, Belvedere Langhe, Clavesana, Cigliè, Dogliani, Farigliano, Monchiero, Roccacigliè ed in parte il territorio dei comuni di Roddino e Somano.
Storia e tradizione
Il legame tra Dolcetto e Dogliani è antico come il mondo e con il passare degli anni si è ancora di più consolidato. Riferimento storico ineccepibile rimane la citazione rintracciata negli Statuti del comune di Dogliani che si fa risalire al 1593 e che introduce una precisa ingiunzione riguardante l’inizio della vendemmia.
In concreto questo passo degli Statuti comunali ammonisce che
“Niuno ardischi al di qua della festa di San Matteo vendemiare le uve et se qualcheduno per necessità od altra causa dovrà vendemiar qualche Dozzetti o altre uve serà tenuto prender licenza dal deputato”.
Un’origine gloriosa si attribuisce anche al nome di Dogliani, dal momento che un’interpretazione etimologica fa risalire tale parola a “Dolium Iani”, volendo significare che il vino prodotto su queste colline anticamente era gradito a Giano, il dio custode dei passaggi e dei confini.
Che la coltivazione di questo vitigno a Dogliani sia un rito antico lo si intuisce dalla forza con cui i viticoltori di queste colline lo hanno insediato nelle loro vigne, dedicandogli i versanti e le esposizioni più vocate: qui e nei paesi vicini che appartengono alla zona di origine di questo vino, le vigne sono state riservate soprattutto al Dolcetto; solo se rimane dello spazio, un po’ di attenzione può esser rivolta anche alle altre varietà, tuttora complementari.
Con questo particolare attaccamento al Dolcetto si possono intuire le ragioni che hanno spinto i viticoltori di Dogliani e dintorni negli anni Settanta ad insistere per ottenere una Denominazione specifica per la loro produzione, senza condividere proposte che volevano tutto il Dolcetto prodotto sulle colline delle Langhe coinvolto in una sola Doc.
Così, il 26 giugno 1974 un decreto del Presidente della Repubblica Italiana riconosceva a questo vino il diritto a fregiarsi della Denominazione di Origine. Appena il giusto per un “vino del Presidente”, visto l’attaccamento che per questo prodotto ha sempre manifestato un Presidente come Luigi Einaudi.
Nel 1994 viene costituito l’attuale Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Roero, punto di riferimento per le aziende vitivinicole del territorio tra Langa e Roero, che hanno individuato in questa struttura lo strumento più idoneo per affrontare insieme ed in modo autorevole i problemi di sviluppo e di organizzazione della propria realtà e del settore nel suo complesso.
Nel 2005 è stata riconosciuta la DOCG “Dolcetto di Dogliani Superiore o Dogliani” che però non ha sostituito la vecchia denominazione “Dolcetto di Dogliani” che continua ad essere attiva. La DOCG è stata infatti richiesta per valorizzare alcune tipologie di vino Dolcetto che per la loro struttura risultano essere idonee ad un periodo di invecchiamento.