Capreolus capreolus

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Capriolo

Capreolus capreolus, Capriolo © foto Robibarbè
Capreolus capreolus, Capriolo © foto Robibarbè

Nomi volgare e dialettale: Capriolo

Famiglia: Cervidi

Habitat: Il capriolo vive in Europa e in Asia centrale; in Italia sulle Alpi in alcune riserve e nella Maremma. E’ dotato di notevole adattabilità, potendo vivere dal livello del mare fino al piano subalpino e dalla macchia mediterranea fino alle foreste boreali. In Piemonte è in forte aumento e occupa ambienti forestali facenti parte dei piani montano e subalpino; ma è anche pure presente in alcuni ambienti di pianura e collinari

Dimensioni: Il capriolo e il più piccolo dei Cervidi. Il maschio raggiunge al massimo l’altezza di 80 cm, le dimensioni sono comunque tra i 100 e i 140 cm di lunghezza, tra i 60 e i 90 di altezza, peso tra i 15 e i 30 kg. I maschi sono dotati di corna che annualmente posano verso la fine di ottobre e ricrescono entro i mesi di marzo-aprile.

Colore: Il mantello è costituito da peli duri e sottili, lucidi in estate; da peli opachi e lana fitta in inverno. Il colore varia dal bruno rossastro al grigio rossiccio con ventre sempre bianco e regione perianale biancastra.

Territorio ed Alimentazione: Il capriolo vive prevalentemente nella boscaglia e nelle foreste di montagna, ma in estate lo si può scorgere anche oltre il limite della vegetazione intento a pascolare con il camoscio; in inverno invece scende sino in prossimità dei centri abitati. Le abitudini e i ritmi alimentari del capriolo sono legati alla struttura anatomica del suo apparato digestivo e in particolare, alla modesta capacità del sacco ruminale. Fra l’essenze maggiormente appetite si annoverano, ove presenti, l’edera, il rovo, il lampone, il sambuco, il mirtillo, il biancospino ma anche il carpino.

Riproduzione: La femmina di capriolo va in calore fra la seconda metà di luglio ed agosto. In questo periodo i maschi difendono attivamente il proprio territorio Durante l’estro, che dura non più di 36 ore, può accettare l’accoppiamento con più maschi diversi. Curiosamente, poco dopo la fecondazione si verifica l’arresto dello sviluppo embrionale e solo a partire da dicembre la gravidanza riprende con la necessaria continuità. Questo meccanismo è di indubbio vantaggio per le femmine, che in settembre ed ottobre possono ricostituire le riserve di grasso “bruciate” durante il calore; inoltre ciò comporta un’epoca dei parti assai posticipata (fine maggio-inizio giugno), con abbondanza di cibo e assenza di copertura nevosa.

Fatte: Gli escrementi di forma e consistenza variabili si presentano in autunno inverno più spesso allungate, con un’estremità arrotondata e di lunghezza fra i 10 e i 14 mm.

Corna: E’ caratteristica maschile e si sviluppa a partire dai 10 mesi di età. Cade in autunno e viene rinnovato in inverno/primavera. Il trofeo in formazione è ricoperto e nutrito da una cute modificata detta velluto. Il trofeo nuovo è bianco-rossastro ed assume solo in seguito il colore definitivo. Non esiste relazione fra età e numero di punte.

La lunghezza e il diametro variano a seconda dell’età e dello stato di salute dell’animale: raggiungono la lunghezza massima, 25 cm, intorno ai 6 mesi, pododichè, in relazione all’attività sessuale, ricrescono sempre più esili e piccole.

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