La nutrizione rappresenta il mezzo per rifornire le cellule di « materia prima », cioè di molecole semplici che potranno costruire molecole più complesse e sostanze quali proteine, grassi e zuccheri, formando così tutte le strutture cellulari.
Il modo però di effettuare questo « rifornimento » non è uguale per tutti gli esseri viventi: le modalità sono essenzialmente due e gli organismi vengono pertanto suddivisi in:
- organismi autotrofi
- organismi eterotrofi
Organismi autotrofi
Come piante, muschi, alghe ecc. che si nutrono mediante la fotosintesi usando energia luminosa catturata grazie alla clorofilla e parecchie specie di batteri che si « nutrono » grazie alla chemiosintesi usando energia chimica sottratta ad altre sostanze presenti nell’ambiente. Sia trattandosi di fotosintesi che di chemiosintesi, questi organismi sono in grado di assorbire semplici molecole minerali e – con l’aiuto di energia luminosa o chimica – costruire, con tali pezzi elementari, le grosse molecole del metabolismo cellulare.
Organismi eterotrofi
Come animali (uomo compreso), funghi ed altre specie di batteri che, non essendo in grado di fare come i precedenti, devono già trovare ed assorbire le grosse molecole che contengono l’energia base per le funzioni metaboliche.
Da quanto sopra affermato, ecco che, dal punto di vista fisiologico, i funghi si avvicinano agli animali e si allontanano dalle piante: pertanto, si può dire, in modo sintetico, che sono vegetali un poco « equivoci », quasi atipici. I Biologi moderni tengono ormai distinti i funghi dalle piante, considerandoli appartenenti ad un regno a sé stante, il REGNO dei FUNGHI.
Appaiono ed assomigliano ai vegetali, ma si nutrono e si decompongono come gli animali. Infatti le loro cellule non sono verdi come quelle delle piante poiché non contengono clorofilla; inoltre nel citoplasma delle loro cellule si accumula, come sostanza di riserva, il glicogeno, invece dell’amido, esattamente come negli animali. Da ultimo, si aggiunga che la parete cellulare delle ife fungine non è composta di cellulosa come nelle piante, ma di chitina, la stessa sostanza che forma l’esoscheletro dei vermi, degli insetti e dei crostacei (di chitina, per es., sono fatte anche le nostre unghie). Ecco che allora viene giustificato il modo di vivere dei funghi, a spese del materiale vivo o morto prodotto da altri organismi viventi.
I funghi vengono distinti in tre principali categorie nutrizionali:
- Funghi Saprofiti
- Funghi Parassiti
- Funghi Simbionti
Funghi Saprofiti
Si nutrono di molecole contenute nel materiale organico morto o nei prodotti di rifiuto o di scarto degli organismi vegetali o animali. Possono essere a loro volta catalogati in:
- Terricoli: vivono esclusivamente a spese dell’humus;
- Lignicoli: vivono su rami, tronchi, ceppi morti e perfino su legno lavorato;
- Cinericoli: vivono su resti di legno o altro materiale carbonizzato;
- Coprofili: vivono su escrementi animali e sul letame;
- Necrofili: vivono su animali morti.
Esistono nel mondo dei funghi saprofiti specie ancor più specializzate, che vivono in habitat diversi quali foglie morte cadute a terra, aghi e pigne caduti delle conifere, su altri funghi in decomposizione etc.
In tutti questi casi il fungo rappresenta un primo attacco, verso la sua totale disgregazione e trasformazione in humus, al materiale organico accumulato sul terreno, grazie anche all’aiuto di alcuni batteri e di altre componenti.
Funghi Parassiti
Si nutrono esclusivamente con materiale contenuto in altri organismi viventi. Il parassitismo spesso risulta letale per gli esseri attaccati. In alcuni casi, da primitive situazioni di parassitismo puro si è giunti, attraverso fasi intermedie, ad una situazione « bilanciata » di reciproco scambio di materiale tra fungo ed ospite. In tale situazione, si parla di simbiosi (cfr. punto successivo), di cui sono esempio i Licheni, il risultato di una simbiosi tra un fungo ed un alga, o le micorrize, legami simbiotici che si instaurano tra un fungo ed una pianta. Alcuni funghi, infine, iniziano la loro attività come parassiti ed alla morte della pianta che li ospita continuano la loro esistenza come saprofiti fino a consumare completamente ogni traccia della pianta ospite.
Funghi Simbionti
Tra le varie interazioni che si verificano tra gli organismi di un ambiente naturale, la più perfetta è senza dubbio la simbiosi mutualistica. La simbiosi, che trova in questo caso la sua tipica espressione con le micorrize, è la vita in comune che si esplica tra fungo ed essenza arborea, dove le ife del micelio fungino si attaccano ed avvolgono le estremità radicali della pianta insieme alla quale il fungo vivrà.
Tale simbiosi permette uno scambio utile di sostanze tra i due organismi, in cui il fungo assorbe dalla pianta le sostanze organiche che egli non potrà mai sintetizzare per la mancanza di pigmenti fotosintetici, mentre la pianta avendo – grazie al micelio – aumentato la propria superficie radicale, potrà assorbire in maggior misura acqua, sali minerali e altre sostanze utili alla propria crescita, molto più lontano dalle sue vere e proprie radici, grazie appunto alla ragnatela di micelio assai più estesa rispetto al suo apparato radicale.
Approfondiamo ancora il meccanismo della simbiosi:
le spore di un fungo simbionte che per avventura siano cadute in un terreno – reso particolare dalle speciali secrezioni radicali delle piante, composte da acidi organici, aminoacidi, sali etc. – sono sollecitate a germinare e danno origine alle ife fungine, che crescendo ed ingrossandosi formeranno poi il micelio.
A questo punto viene messo in atto un vero e proprio meccanismo di cattura delle stesse ife da parte della pianta, grazie a particolari richiami chimici. Pertanto, le radici delle piante, con le loro secrezioni, attirano le ife e queste le avvolgono formando intorno ad esse uno spesso tessuto feltroso chiamato micoclena; a questo punto, l’unica possibilità che rimane alla pianta è quella di nutrirsi passando attraverso le ife ed i miceli del fungo.
Si è così completata la micorrizazione e la simbiosi è ormai in atto. Questo processo potrebbe far pensare che la pianta abbia a soffrire, ma, invece, ne verrà enormemente avvantaggiata, al punto che molte essenze forestali possono attecchire – in certi particolari terreni – soltanto se unite ai funghi.
Attraverso il fenomeno della simbiosi fungina la pianta riceve, tramite il micelio, l’acqua ed i sali minerali – in particolare fosfati – in essa disciolti e, dato che l’estensione del micelio può essere enorme, specie se in confronto all’apparato radicale della pianta stessa, risulta comprensibile il grande vantaggio che essa trae da questa unione coatta.
La pianta, grazie al fenomeno della fotosintesi clorofilliana, cattura energia solare e la trasforma in energia chimica, sintetizzando così zuccheri, aminoacidi e proteine.
Questi elementi scendono attraverso i rami ed il tronco fino alle radici dalle quali il fungo trae il proprio nutrimento.
Riassumendo, è questo il legame funzionale, strutturale e, per così dire, quasi « affettivo » tra pianta e fungo, noto con il nome di simbiosi.