Amanita falloide, Tignosa verdognola
Nomi Volgari: Amanita falloide – Tignosa verdognola
Etimologia: dal latino ‘phallus’: fallo e dal greco ‘eìdos’: sembianza, per la somiglianza ai funghi del genere Phallus.
Lamelle: fitte, colore bianco, a volte con riflessi giallastri o verdastri.
Gambo: da 5 a oltre 20 cm., slanciato, biancastro, con bande sericee o verdastre, ingrossato alla base, bulboso. Anello bianco, ampio e membranoso, che può scomparire invecchiando. Volva bianca, ampia, a forma di sacco, membranosa ed elastica.
Carne: bianca immutabile, tenera, inodore nei giovani esemplari, odore repellente negli esemplari adulti, sapore grato.
Habitat: in estate ed autunno in boschi di latifoglia, dove predilige nocciolo, faggio e castagno. Specie comune e diffusa ovunque.
Commestibilità: è il fungo mortale per eccellenza. Una quantità di 50 grammi può essere fatale. Le confusioni possono verificarsi quando si crede di aver raccolto un ovolo buono ancora racchiuso nelle sua volva, oppure, a causa del suo colore, scambiandolo con una Russula virescens, il noto ‘Verdone’, che però non possiede nè volva nè anello.
Osservazioni: bisogna prestare la massima attenzione quando si ha anche soltanto il sospetto di aver raccolto una Amanita phalloides: nel dubbio non consumate funghi di cui non siete assolutamente certi della loro commestibilità.