Dolcetto di Dogliani

Dolcetto di Dogliani
Dolcetto di Dogliani: grappolo

Nome

Dolcetto di Dogliani

Marchio di qualità

Denominazione d’Origine Controllata.

D.O.C. – D.M. 6 luglio 2006

Descrizione

Vino che ribadisce i suoi caratteri gioviali e fragranti: un colore rubino e violetto che infiamma i calici, un profumo deciso di frutti maturi, soprattutto la ciliegia marasca e la prugna, un sapore secco a dispetto del nome e delle illusioni interpretative.

Deriva dalla vinificazione del vitigno dolcetto in purezza e presenta una gradazione alcolica minima di 11,5 gradi.

Area di produzione

Il Dolcetto di Dogliani può essere prodotto in 9 comuni nelle Langhe, attorno a Dogliani, e precisamente Bastia, Belvedere Langhe, Clavesana, Cigliè, Dogliani, Farigliano, Monchiero, Roccacigliè ed in parte il territorio dei comuni di Roddino e Somano.

Storia e tradizione

Il legame tra Dolcetto e Dogliani è antico come il mondo e con il passare degli anni si è ancora di più consolidato. Riferimento storico ineccepibile rimane la citazione rintracciata negli Statuti del comune di Dogliani che si fa risalire al 1593 e che introduce una precisa ingiunzione riguardante l’inizio della vendemmia.

In concreto questo passo degli Statuti comunali ammonisce che

“Niuno ardischi al di qua della festa di San Matteo vendemiare le uve et se qualcheduno per necessità od altra causa dovrà vendemiar qualche Dozzetti o altre uve serà tenuto prender licenza dal deputato”.

Un’origine gloriosa si attribuisce anche al nome di Dogliani, dal momento che un’interpretazione etimologica fa risalire tale parola a “Dolium Iani”, volendo significare che il vino prodotto su queste colline anticamente era gradito a Giano, il dio custode dei passaggi e dei confini.

Che la coltivazione di questo vitigno a Dogliani sia un rito antico lo si intuisce dalla forza con cui i viticoltori di queste colline lo hanno insediato nelle loro vigne, dedicandogli i versanti e le esposizioni più vocate: qui e nei paesi vicini che appartengono alla zona di origine di questo vino, le vigne sono state riservate soprattutto al Dolcetto; solo se rimane dello spazio, un po’ di attenzione può esser rivolta anche alle altre varietà, tuttora complementari.

Con questo particolare attaccamento al Dolcetto si possono intuire le ragioni che hanno spinto i viticoltori di Dogliani e dintorni negli anni Settanta ad insistere per ottenere una Denominazione specifica per la loro produzione, senza condividere proposte che volevano tutto il Dolcetto prodotto sulle colline delle Langhe coinvolto in una sola Doc.

Così, il 26 giugno 1974 un decreto del Presidente della Repubblica Italiana riconosceva a questo vino il diritto a fregiarsi della Denominazione di Origine. Appena il giusto per un “vino del Presidente”, visto l’attaccamento che per questo prodotto ha sempre manifestato un Presidente come Luigi Einaudi.

Nel 1994 viene costituito l’attuale Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Roero, punto di riferimento per le aziende vitivinicole del territorio tra Langa e Roero, che hanno individuato in questa struttura lo strumento più idoneo per affrontare insieme ed in modo autorevole i problemi di sviluppo e di organizzazione della propria realtà e del settore nel suo complesso.